domenica 14 febbraio 2010

La notte delle vacche nere

Oramai siamo alla frutta! Comici che parlano di bilanci e giornalisti che fanno teatro per far ridere la gente. Per carità! non sarò certo io a meravigliarmi di ciò e di ben altre cose che accadono nel nostro Paese ma sarebbe opportuno rammentare, a costoro, il detto napoletano che recita: "ca' nisciun è fess!" (per gli amici: "qua nessuno è fesso"). Si noti con quanta "nonchalance" il sig. Beppe Grillo sostiene la tesi che il "crack" finanziario della Parmalat era prevedibile e sotto gli occhi di tutti: «Parliamo del 2001 poi il crack è arrivato a dicembre 2003 ... andavo sulla Banca d'Italia a vedere i debiti ... erano tutti lì ... sul sito ... perché io sono passato come eroe europeo per aver detto delle stronzate? che sapevano tutti? ... io ho parlato con un... un... uno della Parmalat che ho detto il nome qui ... il latte lo fa la mucca il culo se le fatto la mucca la mucca dovrebbe essere risarcita». Si dice che la mente di un artista (perché Beppe Grillo è un "artista") sia attraversata da una linea di follia che lo rende unico ed inimitabile ma nel caso Parmalat, il "Grillo Parlante", avrebbe fatto meglio a "tacere" invece che avventurarsi per sentieri a lui palesemente sconosciuti dimostrando che la sua follia va ben oltre certi canoni e rasenta il delirio. E' chiara la difficoltà in cui si trova nel dover giustificare, alla magistratura, il modo in cui ha agito. Invece di rendere pubbliche le "confidenze" ricevute, denunciandole alle autorità competenti, ha preferito farle diventare materiale per i suoi spettacoli. Il sig. Beppe Grillo, per me, è colpevole quanto coloro che, attivamente, hanno determinato il disastro Parmalat: "non impedire un evento che si ha l'obbligo giuridico di impedire equivale a cagionarlo". Se bene non avesse l'obbligo giuridico (punti di vista) aveva quantomeno quello morale. Per essere chiari: con la sua condotta omissiva ha permesso che decine di migliaia di azionisti ed investitori fossero vittime di un reato. La sua è stata una vera e propria "omissione di soccorso" in quanto avrebbe dovuto compiere tutte quelle azioni a tutela o in aiuto di terzi che erano esposti ad un pericolo. Come si può ben vedere io parlo di omissione, non di omertà, questo perché il sig. Beppe Grillo è di Genova e non del "mio omertoso" Sud. Oggi è chiaro che, il comico genovese, è "entrato in politica" a difesa delle mucche e dei loro interessi. Mi chiedo: "si può ridere delle disgrazie altrui?". Sembrerebbe di si! Un detto antico recita: "il riso fa buon sangue" ed ecco che anche il sig. Marco Travaglio si è dato al teatro comico. Con fare collaudato ed una mimica facciale che ricorda il gatto Silvestro, intento a pregustare il tanto desiderato "bocconcino", parla anche lui del "caso" Parmalat e dice: «Vi basterà la scena finale del crack Parmalat cioè il giorno in cui sta arrivando la Guardia di Finanza nella sede legale ... arriva nella sede legale di Parma la Guardia di Finanza mandata dalla Procura di Milano si diffonde la voce: "sta arrivando la Guardia di Finanza" ... sentendosi perduti perché sta arrivando la Guardia di Finanza impugnano delle grosse mazze ... pensate in quali mani era la Parmalat». La cosa che più mi colpisce, nel racconto citato, è l'uso dei verbi: "sta arrivando" ed "arriva". Sembrerebbe, secondo la sequenza, che qualcuno avesse avvertito dell'arrivo della Guardia di Finanza: "sta arrivando". Poi "arriva" e nuovamente "si diffonde la voce: "sta arrivando la Guardia di Finanza". Questo più che un racconto sembra un "travaglio". Sono confuso, non so a cosa pensare e quindi concedo come attenuante, al cicerone, l'uso improprio dei verbi saltando, a piè pari, alla scena delle "grosse mazze". Come tutti ben sanno i "top manager" o perlomeno i manager previdenti hanno la "sana" abitudine di tenere a portata di mano, in caso di bisogno, delle "grosse mazze". Qui si potrebbero fare una serie infinita di considerazioni ma mi limiterò a chiedermi: «con tutto il tempo a disposizione (da quando il sig. Grillo lo ha raccontato al suo pubblico), le "grosse mazze" erano l'unico mezzo? non si poteva pensare a qualcosa di più "sofisticato" che si autodistruggesse come in "mission impossible"? con il passaparola una notizia quanto tempo impiega a diffondersi? agli spettacoli del comico genovese chi ci va? il crack Parmalat era davvero il "segreto di Pulcinella"?» Una notizia del genere avrebbe fatto gola a tanti, poteva essere uno "scoop" giornalistico, una "merce" di scambio o un mezzo per indurre a fare o a non fare e chissà a quante altre "applicazioni" sarebbe potuta servire. Improvvisamente sembra che fossero diventati tutti sordi, ciechi e muti. Una notizia data con il "silenziatore". Si potrebbe pensare che "qualcuno" avesse interesse a divulgare la notizia, attraverso canali non istituzionali, per "disinnescarla" del potenziale "dirompente" e renderla così inutilizzabile o perché oramai la "mucca Parmalat" aveva smesso di essere produttiva e di "speculazioni" ed altri "traffici" ipotizzabili non se ne potevano più fare e "conveniva" abbandonarla, in tal guisa, al suo inevitabile "destino". Pensate in quali mani era ed è... l'informazione.

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