sabato 9 gennaio 2010

Ripetita juvant

In questi giorni, ancora una volta in prima pagina, su un noto quotidiano nazionale troviamo il "cantastorie", per eccellenza, che si diletta a parlare di "mafie". Cosa può far pensare a lui come ad un esperto della "materia" non è dato saperlo. Una cosa è certa ed inconfutabile ha "scritto" un "romanzo" che ha riscosso un sucesso che va al di là di ogni ragionevole e più rosea previsione. Vorrei tentare, nel formulare un teorema, di dare una risposta a tutto ciò. Il "fortunato" editore che ha contribuito al successo di questo scritto è una gloriosa casa editrice italiana che come tutti ben sanno "appartiene" ad un noto imprenditore e politico italiano che molti indicano come colui che negli ultimi 40 anni è riuscito dal "niente" a creare un impero grazie ai soldi di dubbia provenienza. Poichè molti pensieri "illiustri" e lustrati lo indicano come persona non estranea ad un certo tipo di criminalità, vuoi vedere che il "cantastorie" è diventato un esperto grazie ai soldi che gli sono piovuti addosso? Come il proverbio: "chi va con lo zoppo impara la zoppia". Un miracolato! Una sorta di proprietà transitiva che lo rende il "prescelto" invaso dalla "divina" provvidenza. A questo punto è d'obbligo chiedersi: può un "paladino" che ha sfidato i "clan" con gesti plateali (come espletare un bisogno fisiologico in una vasca da bagno appartenuta ad un "famoso" camorrista), quanto meno, non indignarsi nel prendere i soldi da un editore che sembrerebbe essere legato a certi ambienti? Chissà? Dicono che i soldi non hanno odore o male che vada ci si può sempre turare il naso.

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