giovedì 11 giugno 2009

A gonfie vele

Come passare una vacanza da “sogno” sulle rotte più belle del mediterraneo, senza vincoli di tempo e spazio.

E’ il tipo di navigazione più ambita da chi ama il vento, gli spruzzi sulla faccia e l’avventura. “Oggi qui domani là”, così cantava Patty Pravo negli anni ’60, quando andare a vela era un lusso per pochi e rigorosamente su goletta, in legno di quercia, come Royono appartenuta a J.F.K. o America, la “barca” più famosa al mondo e non solo per l’omonima coppa che rappresenta. Andati in pensione quasi tutti i maestri d’ascia, l’avvento di nuovi materiali ha permesso la realizzazione di imbarcazioni dalle altissime prestazioni. Progettate e realizzate per affrontare i mari in ogni “angolo” del globo, con una strumentazione sempre più sofisticata da poter essere governate anche da un solo “uomo”. Dalla metà degli anni ’70 sono arrivate le barche italiane: Azzurra, la prima che ha fatto sognare milioni d’italiani, che ha rappresentato la passione di Gianni Agnelli per il mare ed il nome destinato a tante donne; Il Moro di Venezia di Raul Gardini, il primo a vincere la Luis Vitton Cup; Luna Rossa di Patrizio Bertelli, nessuno come lui ha investito tanto in un sogno; fino ad arrivare agli ultimi apparsi sulla scena: +39 e Mascalzone Latino, tante realtà che hanno appassionato ed appassionano un vasto pubblico, questo grazie anche alla tecnologia che ha permesso la ripresa televisiva in diretta. L’America’s Cup ha contribuito alla diffusione di uno sport che, in ogni caso, non può rappresentare il sailing yacht, di chi attraversa il mare per passione, in gita con gli amici e famiglia al seguito. La navigazione a vela è un’esperienza da provare e fortunatamente c’è la possibilità di farlo, grazie a tante società che affittano, anche per una sola settimana, barche con skipper incluso. Provare il piacere di navigare in barca a vela è una sensazione unica; se sei uno sportivo, è un modo per metterti alla prova. Riempiendo la cambusa si può navigare tranquillamente senza attraccare in nessun porto, gettare l’ancora in una caletta e rimanerci per giorni lontano dalla quotidianità. Si può andare alla ricerca di luoghi unici, discreti o particolarmente indicati per la fotografia o le immersioni. I nostri mari permettono itinerari suggestivi, da vacanze indimenticabili. Io consiglierei sempre di provare, prima di acquistare una barca a “vento”, che tipo di vita bisogna affrontare andando per mare con questo tipo di imbarcazione. La barca a vela, anche avendo un motore, non è una barca a motore, ha caratteristiche costruttive profondamente diverse, è più adatta a persone che hanno un’anima da “uomini di mare”. Il “timone”, di questa tipologia di natanti, può essere tenuto solo da chi ha conseguito la patente nautica entro ed oltre le 12 miglia. I costi per la manutenzione possono costituire il vero deterrente, rispetto al costo iniziale, per l’acquisto. Le variabili che intervengono, nella loro valutazione, sono molteplici, tra queste, c’è la mancanza di strutture dedicate alla nautica da diporto, cosa che rappresenta un vero controsenso in un paese votato al turismo e “legato” al mare, come il nostro. Questo potrebbe essere uno dei, tanti, problemi che il “rinato” Ministero del Turismo dovrebbe affrontare e risolvere con la buona pace di tutti, in modo da permettere anche alle passioni di seguire una logica.
La vela rappresenta uno stile di vita, un modo anche per distinguersi e non passare inosservati. Chi ama il mare va a vela, con un impatto ambientale quasi vicino allo zero, è un modo per contribuire alla tutela dei “nostri” mari. La riscossa della nostra economia passa anche attraverso questo “elemento” che noi abbiamo il dovere di preservare. Il velista è un “uomo” che non fa nulla per caso, mai!

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