Non esiste cosa più “assordante” del silenzio. Il prof. Antonino Zichichi, trapanese di nascita, studia l’antimateria e “semplicemente”, con esempi mirati, ci aiuta a capire le sue teorie e come possono essere dimostrate, anche se parla di cose di cui i nostri sensi, in nessun caso, possono avvertirne la presenza. Al contrario c’è più di qualcuno che, scrivendo un libro, pensa di poter far credere alla “gente” che una cosa esiste solo se fa rumore. Reminiscenze manzoniane? C’è un filo conduttore che, in un certo tipo di saggistica, porta a voler dimostrare come il silenzio rende meno “intercettabili”, un tema ripreso più volte, negli ultimi anni, da alcuni “autori” che sembrano voler affermare il concetto ad ogni costo, come se avessero paura che si possa creare nelle “coscienze” una percezione diametralmente opposta, sembrerebbe che ci sia una volontà che tende a voler dimostrare che nulla di più di quanto è fatto sia possibile fare di fronte ad un nemico che si rende “silenzioso”, come se il termine fosse sinonimo d’invisibile. L’enfatizzazione del nulla! Quello che questi “autori” continuano a chiamare “silenzio” non è altro che un modo di uniformarsi a quello che viene indicato come il comune senso del vivere “civile”. Una percezione distorta della legalità, i reati esistono solo se fanno rumore.
lunedì 8 giugno 2009
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